L'organizzazione politica e sociale spartana, che tanto colpì gli stessi contemporanei in età classica, non nacque in un solo giorno come voleva la tradizione, incentrata sul nome del leggendario legislatore Licurgo; essa è frutto di un'evoluzione di almeno un paio di secoli, tra l'VIII e il VI secolo a.c..
Un momento di grande importanza è riflesso in un documento noto come Grande Rhetra, una sorta di legge "costituzionale" che contempla tra le varie cose la divisione della comunità in tribù, l'istituzione di un consiglio degli anziani e dell'assemblea popolare; tutto ciò in un linguaggio arcaico. Ovviamente la tradizione l'associa alla figura di Licurgo, che l'avrebbe dettata dopo averla ricevuta dall'oracolo di Delfi.
A livello politico sparta aveva la seguente struttura: al vertice vi erano i due re, appartenenti a due famiglie(gli Agiadi e gli Euripontidi)che si dicevano entrambe discendenti da Eracle, eroe tradizionale di Sparta. I re spartani, avevano un potere limitato essenzialmente alla sfera militare: erano infatti i comandanti dell'esercito. In altri campi sembrano, per lo più, di natura onorifica e non sostanziale, tuttavia sull'origine della diarchia non vi è alcuna spiegazione soddisfacente.
Poi vi era la Gherusia(da gheron, anziano) era composta da 28 membri della comunità che avevano raggiunto i 60 anni, più i due re. Per molto tempo l'attività legislativa e quella giudiziaria rimase sotto il controllo di questo consiglio.
La magistratura più importante era però quella dell'eforato. Gli efori(ossia "sorveglianti", "controllori")erano cinque e venivano eletti fra tutti i cittadini per un solo anno, ma avevano poteri molto estesi, tra cui quello di controllare e giudicare gli stessi re.
Esisteva una lista di efori dal 754 a.c. ma è quasi certo che questa magistratura sia sorta in seguito, non prima del VII secolo a.c..
Infine vi era l'assemblea del popolo, detta Apella, che raccoglieva periodicamente tutti i cittadini spartani di pieno diritto. Eleggeva gli efori e i membri della gherusia ma il suo reale peso all'interno della società spartana è controverso.
La struttura sociale era divisa in tre gradi:
-Gli sparitati(chiamati anche uguali)detenevano pieni diritti civili. Il loro numero era inizialmente attorno i 9-10000 ma nei secoli andò drasticamente diminuendo. Ciascuno di essi possedeva un Kleros, un appezzamento di terreno che forniva il necessario per vivere e veniva curato dagli iloti. Questo permettava ai cittadini di dedicarsi alla politica e soprattutto alla vita militare.
-I perieci(ossia "coloro che abitano attorno"), più numerosi degli spartiati, vivevano in comunità a sé stanti, godevano di autonomia e oltre a coltivare le terre svolgevano le attività artigianali e commerciali di cui gli spartiati non si degnavano ma che erano necessarie alla comunità. Pur servendo nell'esercito a fianco degli spartiati non avevano alcun diritto politico nondimeno mostrarono, in generale, un'assoluta fedeltà.
-Gli iloti erano uomini che, pur potendo formare una famiglia e riprodursi vivevano in semi-schiavitù.
Appartenevano allo stato ed erano costretti a coltivare le terre di proprietà degli spartiati, trattenendo solo la metà circa del raccolto per il sostentamento proprio e delle proprie famiglie. Erano totalmente privi di diritti: lo stato spartano si considerava sempre in guerra con loro e raramente potevano emanciparsi dalla loro condizione (ciò accadeva specie in situazioni difficili in cui venivano utilizzati in guerra). Una parte di loro era composta da Messeni, altri risalivano a un'età precedente. Il loro numero è difficile da stabilire ma sicuramente erano di molto superiori agli spartiati.
Oltre a queste tre divisioni principali probabilmente vi erano altri sotto-divisioni ma sono informazioni ancora ignote.
[Modificato da Erik il Conquistatore 20/11/2009 22:50]
"Si vis pacem, para bellum."
"Oderint, dum metuant." (Gaius Iulius Caesar Germanicus, "Caligola")
"Gli stranieri chiedono a Costantinopoli tre cose: il fuoco greco, le insegne della sovranità e le spose imperiali, nate nella porpora." (Imperatore Costantino VII al figlio Romano II)
"Anche il Sole ha le sue macchie." (Napoleone Bonaparte, Generale e Imperatore di Francia)