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Sparta: La Grande Caserma

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    Erik il Conquistatore
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    00 20/11/2009 21:43
    Sparta in età Arcaica
    La Conquista della Messenia

    Sparta sorse dall'unione di alcuni villaggi sparsi nella pianura che il fiume Eurota forma nella Laconia, la regione più meridionale del Peloponneso. Il porto più vicino dista a 35 chilometri di distanza: conferma della vocazione non marinara della città.
    Alle origini della sua storia vi sono delle guerre, d'altronde potrebbe essere diversamente per la polis(città) che nei millenni incarnerà il mito del militarismo?
    Le guerre sono quelle che videro Sparta contro la Messenia, regione separata dalla Laconia dal monte Taigeto. La prima guerra Messenica(730-710 a.c.)permise l'assoggettamento della regione e la riduzione in condizione simile alla schiavitù dei suoi abitanti, costretti a lavorare le terre per i nuovi padroni e a versare loro la metà dei prodotti.
    La seconda guerra Messenica(forse seconda metà del VII secolo)fu causata da una rivolta dei Messeni schiavizzati e rischiò di mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza dello stato spartano. La sua cronologia è peraltro incertissima come qualsiasi andamento del conflitto; è probabile che la seconda guerra messenica coincida con la diffusione a Sparta del combattimento oplitico e dell'ideologia che ne consegue.
    La conquista della Messenia ebbe conseguenze enormi per Sparta, essa fornì una base agraria che nessun'altra polis aveva e non rese indispensabile, tranne il raro caso di Taranto, dove spartani espulsi emigrarono, l'esperienza coloniale. Tuttavia la necessità di tenere a bada una massa di uomini in condizione servile assai più numerosa del corpo dei cittadini fu in ultim'analisi la causa della militarizzazione della società spartana, che ne divenne l'aspetto più noto e impressionante.

    [Modificato da Erik il Conquistatore 20/11/2009 22:08]
    "Si vis pacem, para bellum."
    "Oderint, dum metuant." (Gaius Iulius Caesar Germanicus, "Caligola")
    "Gli stranieri chiedono a Costantinopoli tre cose: il fuoco greco, le insegne della sovranità e le spose imperiali, nate nella porpora." (Imperatore Costantino VII al figlio Romano II)
    "Anche il Sole ha le sue macchie." (Napoleone Bonaparte, Generale e Imperatore di Francia)
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    Erik il Conquistatore
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    00 20/11/2009 22:34
    Politica e Società a Sparta
    L'organizzazione politica e sociale spartana, che tanto colpì gli stessi contemporanei in età classica, non nacque in un solo giorno come voleva la tradizione, incentrata sul nome del leggendario legislatore Licurgo; essa è frutto di un'evoluzione di almeno un paio di secoli, tra l'VIII e il VI secolo a.c..
    Un momento di grande importanza è riflesso in un documento noto come Grande Rhetra, una sorta di legge "costituzionale" che contempla tra le varie cose la divisione della comunità in tribù, l'istituzione di un consiglio degli anziani e dell'assemblea popolare; tutto ciò in un linguaggio arcaico. Ovviamente la tradizione l'associa alla figura di Licurgo, che l'avrebbe dettata dopo averla ricevuta dall'oracolo di Delfi.
    A livello politico sparta aveva la seguente struttura: al vertice vi erano i due re, appartenenti a due famiglie(gli Agiadi e gli Euripontidi)che si dicevano entrambe discendenti da Eracle, eroe tradizionale di Sparta. I re spartani, avevano un potere limitato essenzialmente alla sfera militare: erano infatti i comandanti dell'esercito. In altri campi sembrano, per lo più, di natura onorifica e non sostanziale, tuttavia sull'origine della diarchia non vi è alcuna spiegazione soddisfacente.
    Poi vi era la Gherusia(da gheron, anziano) era composta da 28 membri della comunità che avevano raggiunto i 60 anni, più i due re. Per molto tempo l'attività legislativa e quella giudiziaria rimase sotto il controllo di questo consiglio.
    La magistratura più importante era però quella dell'eforato. Gli efori(ossia "sorveglianti", "controllori")erano cinque e venivano eletti fra tutti i cittadini per un solo anno, ma avevano poteri molto estesi, tra cui quello di controllare e giudicare gli stessi re.
    Esisteva una lista di efori dal 754 a.c. ma è quasi certo che questa magistratura sia sorta in seguito, non prima del VII secolo a.c..
    Infine vi era l'assemblea del popolo, detta Apella, che raccoglieva periodicamente tutti i cittadini spartani di pieno diritto. Eleggeva gli efori e i membri della gherusia ma il suo reale peso all'interno della società spartana è controverso.
    La struttura sociale era divisa in tre gradi:
    -Gli sparitati(chiamati anche uguali)detenevano pieni diritti civili. Il loro numero era inizialmente attorno i 9-10000 ma nei secoli andò drasticamente diminuendo. Ciascuno di essi possedeva un Kleros, un appezzamento di terreno che forniva il necessario per vivere e veniva curato dagli iloti. Questo permettava ai cittadini di dedicarsi alla politica e soprattutto alla vita militare.
    -I perieci(ossia "coloro che abitano attorno"), più numerosi degli spartiati, vivevano in comunità a sé stanti, godevano di autonomia e oltre a coltivare le terre svolgevano le attività artigianali e commerciali di cui gli spartiati non si degnavano ma che erano necessarie alla comunità. Pur servendo nell'esercito a fianco degli spartiati non avevano alcun diritto politico nondimeno mostrarono, in generale, un'assoluta fedeltà.
    -Gli iloti erano uomini che, pur potendo formare una famiglia e riprodursi vivevano in semi-schiavitù.
    Appartenevano allo stato ed erano costretti a coltivare le terre di proprietà degli spartiati, trattenendo solo la metà circa del raccolto per il sostentamento proprio e delle proprie famiglie. Erano totalmente privi di diritti: lo stato spartano si considerava sempre in guerra con loro e raramente potevano emanciparsi dalla loro condizione (ciò accadeva specie in situazioni difficili in cui venivano utilizzati in guerra). Una parte di loro era composta da Messeni, altri risalivano a un'età precedente. Il loro numero è difficile da stabilire ma sicuramente erano di molto superiori agli spartiati.
    Oltre a queste tre divisioni principali probabilmente vi erano altri sotto-divisioni ma sono informazioni ancora ignote.


    [Modificato da Erik il Conquistatore 20/11/2009 22:50]
    "Si vis pacem, para bellum."
    "Oderint, dum metuant." (Gaius Iulius Caesar Germanicus, "Caligola")
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    Jan89
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    00 21/11/2009 16:15
    Per caso, dico per caso, hai una passione per la vecchia Sparta e per i suoi Lacedemoni? [SM=g10961]

    E di Atene, la "grande" rivale di Sparta non ci dici nulla? La sua democrazia, i rapporti con Sparta, l'esperienza dei Trenta Tiranni...

    ____________________________

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    Erik il Conquistatore
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    00 21/11/2009 17:27
    Re:
    Jan89, 21/11/2009 16.15:

    Per caso, dico per caso, hai una passione per la vecchia Sparta e per i suoi Lacedemoni? [SM=g10961]

    E di Atene, la "grande" rivale di Sparta non ci dici nulla? La sua democrazia, i rapporti con Sparta, l'esperienza dei Trenta Tiranni...



    Si mi piace Sparta ma comunque arriverà anche Atene prima finisco di descrivere ancora un pò di cose sugli spartani

    "Si vis pacem, para bellum."
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    Erik il Conquistatore
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    00 21/11/2009 18:11
    L'esercito e l'educazione spartana
    Il sistema educativo(Agoghé) cui venivano sottoposti tutti gli spartiati aveva i seguenti aspetti:
    Raggiunta la soglia di otto anni di età i figli di spartiati, sopravvissuti alla selezione naturale che la legge della polis prescriveva imponendo di lasciar morire quanti, appena nati, fossero apparsi di fragile costituzione o con imperfezioni fisiche, venivano affidati allo stato e crescevano divisi in gruppi di età, sotto la supervisione di istruttori statali. L'educazione era soprattutto fisica e abituava i ragazzi alle privazioni e alla fatica; molto importante era anche la preparazione psicologica, volta a favorire la competizione tra i giovani, controllare la paura e l'obbedienza. Il fine di tutto ciò era la formazione di eccellenti soldati; scarso tempo era dedicato allo sviluppo culturale anche se molto probabilmente avevano almeno un'alfabetizzazione di base. A 18 anni il giovane doveva superare alcune prove di iniziazione, la più famosa era la Krypteia ovvero una specie di caccia all'ilota. Superate tali prove lo spartiata continuava il suo percorso che si concludeva solo a 30 anni, età in cui raggiungeva la pienezza dei diritti politici. I cittadini a pieno titolo prendevano parte ai sussizi, una delle istituzioni più importanti. Si trattava di gruppi di uomini che prendevano pasti in comune contribuendo alla mensa con i propri prodotti. In essi si mescolavano i due re, cui spettava per tradizione doppia razione di cibo, e anche i più modesti cittadini. I sussizi costituivano un momento fondamentale dell'educazione dei giovani, anche soprattutto attraverso legami di tipo omosessuale con i più anziani, accettati e favoriti dalla comunità. La famiglia spartana giocava un ruolo limitato, di fatto dopo l'infanzia essa non aveva più alcuna reale funzione.
    Le donne spartane prive di una delle loro funzioni casalinghe godevano però di una certa libertà, anche sessuale: non era raro che pur sposate generassero figli da diversi uomini. Inoltre esse erano se non soggetti politici quanto meno giuridici, potevano infatti ereditare ed essere proprietarie di appezzamenti di terra, senza bisogno della tutela di un uomo.
    Quindi nella società spartana l'esercito era il fulcro e il fine stesso; in esso militavano gli spartiati dai 18 ai 60 anni.
    Esteriormente non si distinguevano troppo dalle forze delle altre poleis se non per il fatto che apparivano più omogenei: vestivano tutti, grosso modo, armi standardizzate in quanto fornite dallo stato.
    Nonostante questo la differenza appariva quando essi entravano in azione infatti si muovevano in modo armonico dato che ogni movimento era frutto di una preparazione accurata. Anche dal punto di vista psicologico erano più determinati e meno inclini al panico, non rischiando quindi di perdere la compattezza dello schieramento e ciò non faceva che scoraggiare il nemico. In pratica erano soldati professionisti mentre quelli delle altre poleis erano per lo più uomini dediti ai lavori dei campi o in altre occupazioni. Il problema più grave era però il numero assai limitato: da un numero iniziale di circa 10000 dell'età arcaica diminuirono fino a poche centinaia nel III secolo in età ellenistica. Ciò derivava da una serie di cause tra cui la scarsa duttilità del sistema economico spartano, inoltre la possibilità di vendere o lasciare in eredità il proprio terreno favoriva pericolosi processi di accentramento rendendo più ricchi certi spartiati mentre altri non potevano più contare sul proprio kleros, con la conseguenza della perdita dello status di cittadino a pieno diritto.
    L'esercito era guidato da uno dei due re, questi, anche se circondato da delle guardie del corpo, combatteva al pari di tutti gli altri. Le gerarchie di comando esistevano ma i segni di distinzione erano ridotti al minimo e anche l'ultimo dei soldati aveva diritto di rivolgersi al re, anche per criticarlo.
    Per più di due secoli, fino alla battaglia di Lettura(371), la macchina da guerra spartana rimase imbattuta sui campi della Grecia.

    [Modificato da Erik il Conquistatore 21/11/2009 18:16]
    "Si vis pacem, para bellum."
    "Oderint, dum metuant." (Gaius Iulius Caesar Germanicus, "Caligola")
    "Gli stranieri chiedono a Costantinopoli tre cose: il fuoco greco, le insegne della sovranità e le spose imperiali, nate nella porpora." (Imperatore Costantino VII al figlio Romano II)
    "Anche il Sole ha le sue macchie." (Napoleone Bonaparte, Generale e Imperatore di Francia)