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DIPLOMAZIA - hotseat Duodecim viae ad Ierusalem Caelorum

Ultimo Aggiornamento: 16/02/2012 11:38
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24/10/2011 17:23
 
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Arciduca
A nome e per conto di Sua Maestà Roi Badouin de Jerusalem III di questo nome, advocatus Sancti Sepulchri e difensore della Terra Santa, annunciamo questo messaggio a tutte le corti dell'orbe terracqueo.

Guerra, una dura guerra. Che i cavalieri di Gerusalemme combattono con ardore, onore e coraggio. Molti sono già stati i nostri caduti, morti per garantire un futuro e una speranza ad un regno circondato da feroci nemici, per difendere il Santo Sepolcro e permettere che resti in mani cristiane.
Sua maestà l'Imam dei fatimidi ha ragione: non c'erano ancora sue armate complete a ridosso dei nostri confini, pronte a piombare sui territori gerosolimitani, come nel caso siriano. Ma oserebbe forse affermare che non avrebbe collaborato con i siriani, quando sarebbero stati pronti ad assaltare i nostri territori o in un qualsiasi altro conflitto? Avrebbe l'ardire di sostenere che sarebbe stato "neutrale", dopo aver siglato un'alleanza ufficiale proprio con loro, e mentre si appresta a conquistare anche la città di Medina, che certamente è Santa per la sua religione, ma che completa al tempo stesso il cerchio (o per meglio dire, il cappio) intorno alle nostre terre?
Ci appelliamo noi a Voi, nobili sovrani convenuti, per chiedervi in tutta onestà, cosa avreste fatto al nostro posto: avreste osservato l'inesorabile scorrere del tempo, attendendo l'inevitabile morte per mano dei siriani e degli egiziani senza reagire? O avreste agito con decisione, preferendo rischiare la vita nelle incerte fortune di guerra? Noi volevamo rapporti pacifici con i nostri vicini... ma può esserci mai pace, quando un unico fronte siriano-egiziano-turco circonda tutte le vostre terre, minaccia i vostri figli, le vostre madri, le vostre mogli e i luoghi santi della vostra religione? Questa non è pace, ma vacue parole non confermate minimamente dai fatti. Questa è la barbarie: prepararsi a circondare in tre un unico regno, tessendo una tela di ambiguità e di alleanze, al fine di assaltarci quando la lotta sarebbe stata totalmente impari. Il Regno di Gerusalemme piuttosto muore lottando, ma non si arrende alle astuzie e alle manovre dei suoi vicini.

Vogliamo ufficialmente ringraziare i nostri amati fratelli normanni di Sicilia e il loro valoroso Re Guglielmo, che saputa la drammatica situazione in cui versavamo, non ha esitato un solo attimo ad imbarcarsi in un'impresa durissima, dagli esiti più che incerti, mettendo a repentaglio la vita dei suoi familiari e dei suoi cavalieri per aiutarci ad adempiere alla nostra sacra missione.
L'Egitto ha chiarito la sua posizione e le sue intenzioni in modo più che evidente, siglando l'alleanza con la Siria che ci minacciava. Ebbene, se avesse voluto mantenere buoni rapporti con noi gerosolimitani o essere mediatore nelle tensioni tra noi e la Siria, avrebbe potuto proporre anche a noi un'alleanza, per rassicurarci e dimostrare i suoi buoni propositi: cosa che non ha fatto minimamente. Ed ora quindi non può lamentarsi: ha operato la sua scelta di campo, e deve assumersene le responsabilità, con tutto ciò che ne consegue.
Pertanto il Regno di Gerusalemme dichiara ufficialmente guerra all'Imamato Fatimide d'Egitto, al fine di supportare i suoi valorosi alleati siciliani. Già è avvenuto uno scontro tra la nostra flotta e una flottiglia egiziana, che ha arriso ai nostri colori. Che il Signore ci protegga e ci aiuti a resistere alle dure prove che ci attendono.

Colgo l'occasione per comunicare a Voi tutti, ed in particolare agli amici che idealmente vorrebbero essere al nostro fianco, che dopo una durissima battaglia l'armata del Principe Amalrico insieme a quella di Rinaldo di Chatillon proveniente da Antiochia ha conquistato Aleppo, l'antica capitale siriana: è stato un momento più triste che gioioso, al pensiero di quanti e quali valorosi cavalieri hanno perso la vita nell'impresa, ma al contempo ci rincuora sapere che ora loro ci guardano e ci proteggono dal paradiso, che hanno conquistato col loro sacrificio.
Nella battaglia hanno perso la vita l'Atabeg Norandino e suo figlio Ghazi II, i quali, al pari dei due altri generali siriani morti durante l'assedio e la conquista di Homs, sono stati tumulati secondo i dettami della religione islamica, seguiti fedelmente con rigore estremo (abbiamo chiesto consiglio agli imam di Aleppo). A loro va il nostro rispetto per aver lottato con valore e con coraggio. Nessun massacro verrà compiuto nelle città che cadranno sotto il nostro potere, e saccheggi avverranno in base a quanto strettamente necessario. Il Regno rispetta profondamente i suoi nemici che si battono con onore.



Non nobis, domine, non nobis, sed nomine tuo da gloriam!



Ambasciatore del Regno Guillaume de Tyr

[Modificato da Fabius Maximus Germanicus 24/10/2011 17:28]
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